La trousse

 

 

Quanti saranno mai i libri usciti il 29 febbraio? Tra essi, pure, c’è da annoverare, d’ora in poi, il nuovo libro di Matilde Tortora, pubblicato da La Mongolfiera, uscito in questo giorno tanto singolare; esso è il primo “noir” della scrittrice, a suo modo da potere essere detto, per molti aspetti singolari, anch’esso “bisestile, ma che anela al marzo.

Questo romanzo, il cui sottotitolo potrebbe essere Catalogo delle cose comuni, è ambientato negli anni ’30 e ‘40 del secolo scorso, ha per protagoniste una giovane donna e sua madre, entrambe credono che sia loro destinato un sicuro arcobaleno ma ne conoscono, a lungo andare, solo il guaito.  Diversi altri personaggi vi compaiono: lo scrittore Domenico Rea da giovane, un talentuoso musicista, degli automi, uccelli meccanici, un ex-prete che fa il fuochista, degli sfollati, treni che vanno e vengono e le traiettorie degli istinti maschili, a volte finanche micidiali.

In esergo al libro, la scrittrice ha apposto alcuni versi del poeta John Keats, tratti dalla poesia “Lamia”: Ci fu un terribile arcobaleno un tempo in paradiso: / conosciamo il suo guaito, la sua struttura; è data /nel noioso catalogo delle cose comuni. E, davvero, i fatti narrati ne “La trousse” che traggono avvio da questi versi scritti dal grande poeta nel 1820, tuttora gettano luce sulle tante aspettative deluse e i dolorosi “guaiti” destinati ad essere sperimentati dalle donne.

Il romanzo, ispirato a fatti di cronaca avvenuti molti decenni fa, ha parentela infatti con tristi fatti di cronaca che, tutt’oggi, con impressionante frequenza, continuano ad accadere ai danni delle donne. Con acutezza l’autrice indaga e illumina le tante pieghe di vite lontane, il formarsi dei loro destini, racconta donne e uomini ed eventi che difficilmente, a lettura ultimata, si potranno dimenticare.

In copertina: “Vento” di Luca Russo. Acquerello e matita colorata su carta artigianale.

 

 

 

4 Marzo 2024